Un silent book è un albo senza parole, completamente "muto", in cui il racconto si affida esclusivamente alle immagini e alla nostra capacità di raccontarle. Si tratta di un prodotto che spesso viene definito "democratico" perché, grazie alla sua struttura, è in grado di superare le barriere linguistiche, anche facendo comunicare culture diverse. In questi libri non si leggono le parole, ma disegni ed emozioni e tutto ciò che l'arte e la fantasia riescono a trasmetterci. Purtroppo causa l'emergenza che stiamo vivendo non è stato possibile avere in carne ed ossa l'autrice, ma l'abbiamo incontrata in via telematica, in un video incontro che ha comunque coinvolto sia insegnanti che alunni. I ragazzi erano emozionati all'idea di poter interagire con un'autrice di libri vera e le hanno posto, prima timidamente, poi via via con più sicurezza tantissime domande, prima fra tutte se il suo nome fosse davvero Bimba. L'autrice è stata disponibile e gentilmente ha risposto a tutte le loro curiosità. Visto che già i ragazzi avevano potuto vedere il libro di Bimba il laboratorio ha consistito nella creazione da parte di ciascun alunno di una "mappa della speranza". Dopo aver ragionato attraverso un brainstorming sulle altre parole collegate alla speranza i ragazzi si sono messi al lavoro; poi, chi se la sentiva, ha mostrato a Bimba il suo elaborato, raccontando le motivazioni che lo avevano spinto a crearlo in quel modo. In collegamento con noi, in silenziosa presenza, c'erano anche Daniela e Luca, tra gli organizzatori del Festival, che al termine dell'incontro, insieme a Bimba, ci hanno salutato e ringraziato per l'attenzione e la cura con cui i ragazzi hanno seguito il laboratorio. Il lavoro dei ragazzi è stato poi raccolto in una presentazione in cui ogni alunno ha inserito la sua mappa e spiegato le intenzioni e le emozioni che li hanno guidati nel crearle; la presentazione è poi stat inviata sia alla scrittrice che agli organizzatori del Festival. Sia le insegnanti che i ragazzi sono stati veramente entusiasti dell'incontro e soprattutto siamo stati contenti di aver potuto capire come da un disegno apparentemente semplice possano scaturire una serie di emozioni nate dalla fantasia che prende il volo, anche grazie alle parole di Bimba che ci ha detto che "quando si disegna non si sbaglia mai!"
Classi quinte, Penzale
