La paura è qualcosa di penetrante, di ostile, di indecifrabile che sale addosso, avvinghia facendo accapponare la pelle e penetrando nelle ossa. E' un'emozione, se così possiamo definirla, infida e subdola perché, invisibile agli occhi, aggredisce di soppiatto e si rivela nel più profondo della propria esistenza, scuotendola e, a volte, devastandola. Forse è proprio per questo motivo che i bambini, ma anche gli adolescenti, sono attratti dalle storie di paura e dall'horror. I docenti sanno bene che, quando viene il momento di narrare una storia, attraverso uno qualsiasi dei media, la richiesta da parte dei ragazzi è quasi sempre la stessa: "vogliamo un racconto da brivido, un racconto di paura".
Le storie, quelle contenute nei libri, nei film, nei fumetti, nei videogiochi, ma anche nel proprio vissuto, sono il vero e forse l'unico viatico verso la scoperta, la rivelazione e, talvolta, il superamento delle proprie paure.
Ecco allora che stavolta non è l'insegnante a raccontare la storia, ma sono i ragazzi che a gruppi hanno il compito di creare delle storie di PAURA.
L'impegno, la partecipazione e l'entusiasmo da parte degli alunni hanno dato ottimi risultati.
Prendiamoci un po' di tempo per leggere "Le zucche della vendetta" di Gabriele e Daniele della classe IC, scuola secondaria di primo grado.
L'insegnante di lettere Prof.ssa Graziella Labonia ha coordinato l'attività educativa e didattica.